alberto-italia

Mi chiamo Alberto ed ero tra i 300.000 manifestanti a Genova nel 2001. Sono statə testimone della violenza della polizia e ritengo che Vincenzo Vecchi e gli altri 9 manifestanti non debbano essere i capri espiatori di questa repressione di Stato.
Vincenzo è sul banco degli imputati, quindi sono al suo fianco come manifestante.
Il diritto di manifestare, di esprimere le proprie idee non è un reato, ma un diritto fondamentale.
Mi dichiaro coimputato, dichiaro di aver manifestato e ritengo che la vendetta dello Stato contro chi ha avuto il coraggio di dichiararsi contro la violenza e il sopruso consustanziali all’organizzazione chiamata G8, non sia altro che il tentativo di distrarre la gente dal ricordare e riflettere dai reati penali commessi dalle cosiddette forze dell’ordine per reprimere la manifestazione pacifica e di massa che si è svolta a Genova.
Come sempre la giustizia, dopo anni, ha dato un buffetto a qualche pesce piccolo delle cosiddette forze dell’ordine, perchè è stato troppo zelante ed esuberante nell’attuazione degli ordini ricevuti e ha ricompensato lautamente gli organizzatori della violenza contro i manifestanti, riconosciuti colpevoli dai tribunali internazionali e assolti dai tribunali e dal potere politico italiani.
Vincenzo è stato condannato definitivamente sulla base di una legge fascista – introdotta per motivi politici nel codice penale italiano e mai applicata in precedenza – per mancanza di prove concrete e sostenibili in un processo ordinario, come sarebbe richiesto in un giudizio di merito.
In ogni caso, Vincenzo ha già pagato, con 20 anni di una vita diversa da quella che le persone che hanno partecipato alla stessa manifestazione hanno potuto vivere, il suo eventuale debito con la giustizia e oggi ha il diritto di avere una vita normale, nel villaggio francese dove ha trovato amici e supporto, senza l’angoscia di dover tornare in una prigione dove gli organizzatori della violenza e della tortura di stato contro i manifestanti di Genova non sono mai stati.