Pietro Della Mea-Italia

Mi chiamo Pietro Della Mea ed ero tra i/le 300.000 manifestantə a Genova nel 2001. Sono stato testimone e anche vittima, sebbene per mia fortuna molto meno di tant’altrə, della violenza della polizia, e ritengo che Vincenzo Vecchi e le/gli altrə 9 manifestantə non debbano essere i capri espiatori di questa repressione di Stato.
Vincenzo è sul banco dell’imputatə, quindi sono al suo fianco come manifestante.
Mi dichiaro coimputato, dichiaro di aver manifestato e di aver visto a Genova il vero volto del potere, una repressione feroce. Ho visto, per esempio, gruppi di carabinieri e di finanzieri accanirsi a manganellate su gente pacifica ormai già stesa a terra, sanguinante. Ho anche subito la violenza di un poliziotto il quale, mentre stavo camminando pacificamente con un amico vicino alla stazione Genova Brignole, ci fermò, ci portò dietro un container, ci intimò di svuotare gli zaini e quando dal mio trassi una mascherina usa-e-getta da bricolage mi tirò prima una manganellata sul polso della mano destra, con cui la stavo reggendo, e subito dopo un’altra sul ginocchio destro (la mascherina mi era stata data da un compagno sul treno di andata da Milano per difendermi da eventuali gas lacrimogeni, quei gas che poi, nella loro variante CS, il cui impiego è proibito in guerra dalla Convenzione di Ginevra, ma contraddittoriamente non lo è nell’ambito nelle manifestazioni, furono effettivamente usati in quantità enorme da polizia e carabinieri contro noi manifestantə).